..Messaggio di benvenuto..

Salve, ben naufragato nella mia spiaggia di pensieri.

Ti auguro una piacevole lettura, nella speranza che, almeno un pò, ciò che la mia mente verga sfiori la tua sensibilità e desti il tuo interesse..

Buon viaggio.

N.N.

martedì 31 agosto 2010

Perché?!

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Voglio vomitare quest’orribile mondo,

voglio che il silenzio inghiotta la sua voce straziante.

Le Azioni offuscano la mente e le parole appesantiscono il cuore.

Non si può nascere sbagliati, o forse si?

Ho bisogno di alzare il volume,

ho bisogno di un rumore assordante che sovrasti i miei battiti malati.

Nemo

Fuck.

In tutto ciò c’è qualcosa di maledettamente sbagliato.

Fuck.

lunedì 30 agosto 2010

The Agonist

Davvero meravigliosi *-*

Vagabondavo un po’ su YouTube con Gabri quando li ho beccati, ed è stato amore a prima vista. Li consiglio vivamente, e, tra l’altro, Alissa White-Gluz (la cantante) è davvero straordinaria!

Nemo

venerdì 27 agosto 2010

Facebook or not Facebook? This is the question. Prosituire i nostri pensieri?

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Sono iscritta a Facebook da circa un anno e mezzo, e sebbene spesse volte abbia avuto in mente di mollarlo ancora non l’ho fatto.

E’ che non posso più far finta di nulla, a costo di sembrare la solita moralista anti-sviluppo del cazzo. Non posso dire che FB sia del tutto privo di lati positivi, che non ci sia, in esso, il principio di buone cose, a volte. Ma ho come l’impressione che boh, non ne vale la pena.

Dunque, essendo ancora dubbiosa a riguardo, cercherò di fare il punto della questione.

Innanzi tutto, FB è un buono strumento per rintracciare vecchi amici ritenuti introvabili, per tenersi in contatto con persone lontane, eccetera. E fin qui è ok, se non fosse che alcuni fanno a gara per avere il numero più alto di amici e ti aggiungono anche se poi, nella vita, non ti guardano neanche in faccia passando. Ma questo non è un problema: basta non accettare la richiesta di amicizia e fanculo.

In secondo luogo, è una via breve e funzionale per condividere foto, video, pensieri… ma il punto è questo.

Misurarsi con gli altri, condividere qualcosa col mondo, mettersi in gioco sono buone cose. Aiutano le persone a crescere e le spingono a migliorarsi. Però, c’è un però.

Ecco, io credo che molte persone, nella foga di “misurarsi”  con gli altri e di dimostrare che valgono cominciano a… come dire? Diventare i pupazzetti di un mondo che, seppure interessante, resta sempre virtuale, finto.

Mi spiego meglio. Va bene avere un proprio pensiero e promulgarlo al mondo, e se questo pensiero è interessante e costruttivo va ancora meglio. Idem se poi fa anche ridere, o pensare. Però a volte le cose buone possono avere delle controindicazioni.

Infatti, un tempo essere significava avere, pochi giorni fa essere significava apparire, ora essere significa pubblicare link!

Sempre più spesso (ed io stessa, mea culpa, ne sono stata vittima) si finisce col fare una sorta di “caccia al link che ci rappresenta” e, tanto le ragazzine immature, quanto le persone intelligenti ci cascano in pieno. Il fatto è che per quanto mi riguarda credo che per essere una persona in gamba bisogna esserlo nella vita, e non per sentito dire su un sito.

Con ciò intendo dire che è inutile che comincio a pubblicare 2000 link sui miei principi senza poi applicarne uno nella vita, e allo stesso modo, seppure li si applica alla vita è stupido urlarlo ai sette venti. Per cosa poi?! Un applauso? No! Una persona che crede in qualcosa lo fa a prescindere da ciò che la gente ne pensa, la sua unica gratificazione è il fatto stesso di averla fatta.

La mia critica però non è rivolta alle persone che sono vittima del sistema, e che a volte sono anche belle persone, per carità. La mia critica è rivolta al Sistema!

E’ per questo motivo che mi chiedo se non sia davvero il caso di cancellare la mia iscrizione. Non fosse per gli amici che posso sentire solo li, l’avrei già fatto.

Ci stanno omologando tutti, e noi ancora non ce ne accorgiamo.

Nemo

P.S.: mi permetto di aggiungere un piccolo detto sentito nel web che ci sta a meraviglia:

Sullo schermo tanti leoni, dietro lo schermo tutti coglioni”.

Baci Darlings.

Troppi ingrippi mentali, davvero.

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Non capisco proprio da cosa derivi la mia paura delle persone. Non capisco perché il mio stomaco si contorca tanto violentemente quando ne sono circondata.

Davvero. Io ci provo a non stare sulle mie, in silenzio. Tento di ridere, scherzare, dire scemenze come farebbe chiunque altro, eppure non desidero altro che scappare, stare sola o isolarmi nel guscio protettivo delle poche persone che monopolizzano la mia fiducia. E non lo faccio per presunzione o perché “me-la-tiro”, ma questo gli altri non possono saperlo.

Ed ogni volta che io esco dalla mia fredda ed accogliente prigione di ghiaccio, ecco che me ne pento.

Forse ho paura del giudizio degli altri, dei loro sguardi, forse ho paura perché so di non sembrare ciò che sono. E mi odio per questo.

Però so anche che delle parole di chi non capisce ho imparato a infischiarmene tanto tempo fa… ma allora?! Allora vorrei fare a meno dell’empatia nei confronti di un mondo malato. Vorrei vedere tutto dalle lenti rosate di una ragazzina superficiale per poter dimenticarne le forme contorte e nauseanti. Vorrei non avere più la nausea quando mi guardo intorno. Vorrei smetterla di comportarmi come una bambina intimorita che si nasconde dietro la gonna della mamma, perché so che questo è il mio modo di fare, e non so neanche io il perché.

Mah… troppi ingrippi mentali. Forse necessito di qualche seduta!      Ma da uno bravo….. (;

Nemo

venerdì 20 agosto 2010

Grazie…

Grazie, Angelo caduto, di avermi insegnato a vivere, ad amare.

Grazie per avermi afferrata al volo mentre cadevo rovinosamente nell’abisso e per avermi protetta, ogni istante, con le tue ali.

 

Ti Amo…

Nemo

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martedì 17 agosto 2010

..Fear...

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Ho paura delle parole “ti amo”. Ho paura di ciò che significano, di ciò che implicano. Ma più di ogni altra cosa ho paura che esse possano sfuggirmi, e che nella fuga divengano spente e prive di desiderio.

Ho paura di amare, e non per la delusione che potrebbe scaturirne, non temo di essere lasciata, ma di deluderlo.

Ho paura di essere divorata dal mio egoismo, che lui possa un giorno capire cosa sono davvero, che non sono un angelo.

Ho paura perché ho deciso di consacrare la mia vita ad una sola persona, ma il mio stesso cinismo è in lotta per smentirmi.

Vorrei poterne parlare, a volte, ma non voglio rischiare di ferire chi amo.

Ho paura di non essere capace del vero amore, di essere nient’altro che una bugia muta-forma, di dissolvermi non appena temerò di perdere la libertà.

Ho paura di ferirti ed abbandonarti un giorno, e la paura paralizza la passione.

Ti prego solo di incatenarmi a te, perché, se ho paura di non amarti abbastanza, forse, è solo poiché ti amo più della mia stessa vita, che spaventata vorrebbe fuggire, ma che non ha abbastanza importanza se confrontata al tuo sorriso.

Sono un’anima che vive per la libertà soltanto, ma che più d’ogni altra cosa agogna di morire tra le tue braccia, con le ali spezzate di chi per l’amore alla libertà ha rinunciato.

Nemo

lunedì 16 agosto 2010

Prova Windows Live Writer

Prova.

..Ice Prison..



Ho come l’impressione di aver dormito tutto il mio tempo, di non aver vissuto davvero nulla, di non esser mai stata in prima linea.

A volte prego ad un Dio morto di concedermi una possibilità, un’amicizia tanto forte ed intesa, tanto tenace da infrangere il vetro di ghiaccio che mi protegge. Quel vetro troppo spesso, che mi tiene lontana dal dolore più glaciale e dalla passione più bruciante, che mi protegge quando io voglio farmi male.

Questa bolla di cristallo, che mi fa esistere in terza persona e che mi soffoca è come una resina fuoriuscita dai miei graffi. Da tutti questi tagli infetti che non sono in grado di leccarmi, da sola.

Ho l’amore, è vero. Ma l’amore è la mia aria, quella che mi permette di non morire, di poter vivere nel mio bozzolo di cristallo. Ma io desidero, oltre che vivere, di poter volare, e solo un’amicizia tanto profonda ed assoluta da fare breccia in un’esistenza di ghiaccio può sciogliere le mie catene definitivamente, completamente.

Nemo

martedì 10 agosto 2010

Agglutination! \m/,

Dopo tanta attesa, è arrivato ed (ahimè) passato.
Una cosa è certa però, come primo concerto serio della musica che amo, è stata un'esperienza meravigliosa.

L'Agglutination Metal Festival si è svolto il 9 agosto a Sant'Arcangelo, ma i preparativi per quanto mi riguarda sono cominciati giorni prima.
Miriadi di telefonate agli amici per confermare le varie partecipazioni, rinunce da parte loro, ripensamenti, imprevisti.. alla fine però un numero si è deciso e si è contattata l'agenzia per il noleggio della navetta.
Il 9 sono partita di casa alle 7 per arrivare a Lagonegro alle 8, aspettare l'arrivo di Gabri alle 8.20 e ripartire per Trecchina alle 9.30.
Arrivati abbiamo sbrigato le ultime cosucce, contattato l'agenzia per qualsiasi eventualità e battuto i piedi a terra fino all'ora di partenza.

Alle 15 in punto però la navetta arriva, tra chiacchiere allegre e calcoli economici siamo saliti a bordo. Fermata a Lagonegro, partenza vera e propria.

Arrivati a Sant'Arcangelo, dopo un'oretta di paesaggi brulli, curve troppo vorticose e nausea da mal d'auto con Nakashima in braccio e Gab che mi faceva il solletico a fianco, siamo scesi.
La strada per il centro sportivo aveva l'aria di un lungo serpente nero a causa della processione di ragazzi e ragazze dai capelli lunghissimi e dai vestiti neri che si dirigevano al festival come in pellegrinaggio. L'impatto mi piace, ma la nausea nervosa comincia a farsi sentire sempre più pressante.
Arrivati ai cancelli aspettiamo. C'è troppa gente, e mi fa molto piacere, ma la brutta sensazione allo stomaco persiste. Scherzo con gli altri, cerco di distrarmi per evitare attacchi di panico (è normale innervosirsi per un pò di gente?!), nell'attesa noi 16 ce ne stiamo un pò in disparte.
Alle 17 e poco i cancelli vengono aperti.

Ci tuffiamo a fare il biglietto, sorpassiamo il cancello verde, superiamo la perquisizione e siamo dentro davvero.
Immediatamente a sinistra il palco, più infondo nella stessa direzione, gli stand.
La prima cosa che salta all'occhio, è la scritta, enorme, Cannibal Corpse sul palco, rosso su nero e sanguinante. La seconda, più piccola ma non meno importante, è una bandiera sovrapposta alla prima, reca la scritta "Korpiklaani": mi si illuminano gli occhi.
Noto immediatamente anche il microfono cui è affisso, alla vichinga maniera, il cranio cornuto di un cervo o qualcosa di simile: non ci sono dubbi, è proprio quello di Jonne Jarvela.

Avanziamo verso gli stand, ci aggiriamo senza meta dando un'occhiata qua e la per perder tempo, ma la nausea non mi lascia.
Finalmente però qualcuno sale sul palco, la musica forte, le chitarre distorte e la splendida voce della cantante dei Solisia dissipano l'ansia, mi riportano lentamente a mio agio.
Che importa di essere tante persone diverse se in certe occasioni si ha un'anima sola?

Si susseguono diversi gruppi, i Ver Sacrum col loro Folk Metal dalle sfumature un pò Death, un pò Black, gli Airborn con il loro Heavy Metal notevole, gli Handful of Hate, gruppo Black Metal Italiano i cui membri sembrano armadi (..dei bravissimi armadi).
La platea comincia a riscaldarsi, il pogo comincia e con i Marshall continua.
E' il turno di Pino Scotto, e dei suoi vaffanculo ai morti di fame che purtroppo oggigiorno invadono l'Italia. Molti hanno avuto da ridire sul suo conto ed hanno dovuto cambiare idea: sinceramente a me sta simpatico, ed a livello musicale non è male.
Pino Scotto suona circa per un'oretta, sebbene ho passato l'ultima mezz'ora a fremere nell'attesa dei Korpiklaani, il motivo principale per cui mi trovavo li.

Naka, Tere ed io ci stacchiamo dalla folla.. per motivi "biologici" si può dire. Dopo l'arduo dilemma (wc vomitato oppure wc intasato?), ci rituffiamo subito nella mischia. Siamo elettriche.
Pino scotto saluta e ringrazia, e mentre si scola l'ultimo goccio di Jack Daniel's sul palco e lancia qualche ultima invettiva, il mio cuore martella più forte dei colpi di cassa del batterista degli Handful, se è possibile.
Ed ecco che qualcuno sale sul palco, mi viene un colpo. Ancora non sono loro però. Sistema il microfono, posa a terra una Vodka, una Peroni ed una bottiglia non meglio identificata e scompare. Arrivano. Arrivano. Arrivano. Ora arrivano...
ORA...
Eccoli! Entra per primo il violinista, poi i chitarristi, il vocalist... pian piano i korpiklaani al completo sono sul palco, a pochi metri da me. Io e Naka ridiamo, urliamo, ridiamo, sgomitiamo per andare più avanti. Gab è entrato in modalità tornado.
Jonne Jarvela dice qualcosa in inglese, qualcosa che pur sapendo la lingua non avrei capito perché ero troppo esaltata per ascoltare davvero. Tutto era musica e rumore della folla.
Cominciano. Vodka, la mia preferita.
La folla salta, scuote i capelli, alza le corna in onore del Folk Metal finlandese, urla, strepita.
Dietro di noi pogano, Gab abbraccia me e Chiara per farci da scudo e si becca tutte le botte nella schiena, ci spostiamo, poi cominciamo a pogare anche noi, a saltare.

E per un tempo che non so dire quanto sia durato tutta la folla era una sola entità pulsante e viva.
Ho cantato a squarciagola, ballato, riso, saltellato come mai in vita mia.
I Korpiklaani erano raggianti, felicissimi della reazione del loro pubblico monocromo.
Noi, dal canto nostro, eravamo esausti, sudati, doloranti e felici. Non mi reggevo in piedi, ma ho continuato a dare di matto fino alla fine, smettendo solo quando, dopo averci salutato con estrema cordialità e ringraziati per il calore, i vichinghi col viso gentile e le bottiglie vuote sono usciti di scena.

Io, Naka e Gab ci siamo allontanati dalla folla più densa, nonostante il prossimo gruppo fosse il più famoso in assoluto tra i vari ad esibirsi.
Ancora ebbri di melodie medievali, colpi di cassa, chitarre distorte e note di violino e fisarmonica siamo corsi a comprare dell'acqua ad una birra. Avremmo potuto aver corso la maratona di New York per quanto eravamo distrutti ed assetati.

Abbiamo gironzolato qua e la e ci siamo avvicinati incuriositi a Pino Scotto, il quale dopo aver mandato i suoi complimenti a mia madre (con mio imbarazzo e lieve disappunto di Gab), ha lanciato un'invettiva alle showgirl finte e rifatte della TV ed ha offerto una birra a me e Naka. Abbiamo fatto qualche acquisto, quindi ci siamo seduti sull'erba. Non ci reggevamo in piedi.

Purtroppo abbiamo dedicato meno attenzione ai Cannibal Corpse, demoliti com'eravamo. Ma ne abbiamo avuta abbastanza per notare l'assoluta maestria tecnica dei vari componenti: dei metronomi umani!
Non amo il Brutal, ma devo ammettere che pur avendoli un pò "scartati" dalla playlist del IPod in precedenza, sono rimasta sbalordita. Mi sono sentita onorata dalla loro presenza qui, al Sud, dove i bigotti e gli ignoranti non ne mancano una per tentare di metter fine a qualsiasi manifestazione di una musica tanto meravigliosa quanto complessa e purtroppo stereotipata.

Durante il viaggio di ritorno in navetta, ero a pezzi, sudatissima come tutti gli altri. E, soprattutto, ero felice di essere una di quelli che il Metal l'hanno compreso ed amato.

Metal for Life! \m/,

Nemo

La Regina dei Bigotti

..bella l'Italia!
Ci scandalizziamo dinnanzi ad una pubblicità della Durex, ma un premier puttaniere e la sua ditta di papponi sono cosa normale e giustificabile.
In Italia, se hai i capelli viola sei un tossico. Se sei un albanese o un rumeno sei un delinquente. Se sei un musulmano sei un terrorista.
In Italia i cocainomani presiedono il parlamento, ma non sono ammessi a San Remo, i cui gestori, probabilmente, sono altri cocainomani.

In Italia se ascolti il Metal sei un satanista, e se sei gay... eh, la son cazzi! Sei l'Anticristo!

Non parliamo poi della Chiesa... sempre li, sempre a tramare nell'ombra, sempre pronta a giudicare tutti e tutto, a dare addosso ai Gay, a lottare per bandire i concerti Metal, a sostenere la diffusione dell'AIDS in Africa (l'importante è che non trombi prima del matrimonio, e se lo fai non usare il preservativo, e se crepi cazzi tua!).
Peccato che molti dei "santi" sfogano ciò che agli altri negano sui bambini, predicano l'amore e tentano di imporre l'odio e l'intolleranza.
In Italia se hai un piercing o un tatuaggio non puoi entrare nelle forze dell'ordine, ma se sei un violento esaltato con manie di potere e senza tatuaggi fa pure!

Per l'Italia, io, sono una tossica, una satanista e un'immorale solo perché ho gusti che alle persone "tranquille e brave" non piacciono. A differenza delle "persone tranquille" però ho un cervello e un cuore, e a differenza loro funzionano!

Beh, vaffanculo, sguazzate nella vostra ipocrisia e annegateci pure dentro, ingozzatevi con i vostri pregiudizi e strozzatevi perché sono bocconi troppo grossi anche per voi stessi. Bigotti!

[Ogni riferimento ad accadimenti e/o persone realmente esistenti è puramente casuale ed è frutto della fantasia malata dell'autrice del post.]
...se se